Preceduto da tutta una serie di brevetti che gettarono le basi per la sua
nuova scoperta, (campo magnetico rotante per alimentare un motore elettrico,
generatore di corrente alternata, trasformatore elettrico, bobina
elettromagnetica, sistema di illuminazione ad arco, lampade
luminescenti),
il 23 giugno 1891 negli USA (contesto storico-sociale) , Tesla vedeva approvato il brevetto n. 454.622, che rappresentava una svolta
e un miglioramento nel sistema di illuminazione preesistente.
Fino a quel momento, per illuminare, veniva usata la corrente continua
caratterizzata da una polarità fissa e da un valore di corrente costante che
poteva essere accumulata all’interno di batterie.
L’invenzione di Tesla segnò una svolta in quanto riuscì a realizzare
sistemi di illuminazione a corrente alternata in cui il polo positivo poteva
diventare negativo e viceversa, con una alternanza e periodicità fisse.
Essa consentiva di abbassare e alzare il voltaggio della
corrente alternata servendosi di un trasformatore, cioè ricorrendo a due bobine
di filo elettrico accoppiate e funzionanti attraverso il principio del campo
magnetico rotante.
Questo consentiva di trasmettere l’energia ad alto voltaggio e a bassa
intensità di corrente, attraverso fili sottilissimi diminuendo la resistenza
che era alla base della dispersione di energia sotto forma di calore.
Nikola Tesla working in his laboratory |
Questo sistema, quindi, presentava il grande vantaggio di trasmettere
l’energia a grandi distanze con la massima resa e a basso costo contrariamente
al vecchio sistema a corrente continua che poteva coprire brevi distanze,
presentava grande dispersione ed elevati costi per la distribuzione.
Strenuo sostenitore di questo sistema fu Thomas Alva Edison al quale,
appena arrivato in America, Tesla presentò il valore della sua pionieristica
scoperta che però non ottenne il consenso sperato.
Edison, infatti, aveva costruito la prima centrale elettrica pubblica al
mondo a corrente continua nel centro di Manhattan ma , essendo in grado di
illuminare solo i lampioni elettrici nel raggio di un centinaio di metri,
doveva ricoprire la città con una fitta rete di generatori e perciò non aveva
nessuna intenzione di promuovere l’invenzione di Tesla che invitò a desistere
da quella follia.
Dopo aver modificato, perfezionato e reso più efficienti le dinamo di
Edison, il mancato pagamento del premio promesso da parte di quest’ultimo,
spinse Tesla a licenziarsi fondando con alcuni investitori la “Tesla
Electric Light and Manifacturing Company” credendo di poter mettere a punto
e introdurre sul mercato i sistemi a corrente alternata che aveva inventato;
ancora una volta però fu deluso perché fu costretto a realizzare, seppur
innovativi, sistemi di illuminazione per strade e fabbriche.
Nel frattempo depositò altri brevetti e sviluppò una lampada ad arco sino a
quando non fu estromesso dalla sua stessa azienda. Fondamentale per lui fu
l’incontro con l’industriale G. Westinghouse che, convinto della validità della
corrente alternata, acquistò i brevetti di Tesla e cominciò a costruire
centrali fuori dalla città utilizzando cavi di rame più sottili rispetto a
quelli che venivano usati con i sistemi a corrente continua e a con costi per
le linee elettriche inferiori a quelli di Edison. (Imprese assegnatarie dell'invenzione).
Ciò consentì a Westinghouse di poter vendere energia a basso costo e ad
implementare il numero dei suoi clienti.
A partire da questo momento inizia quella che viene chiamata “Guerra delle
correnti”: da una parte Westinghouse sostenitore della corrente alternata e
dall’altra Edison sostenitore della corrente continua che si fece promotore di
una violenta campagna diffamatoria contro lo stesso Westinghouse addirittura
costruendo la sedia elettrica a dimostrare la pericolosità della corrente
alternata.
Tutto questo, però, non impedì che Westinghouse costruisse 30 centrali
elettriche rifornendo di corrente alternata 130 città americane, corrente che
fu applicata anche a nuovi dispositivi di illuminazione tra cui quella che
possiamo considerare la progenitrice della moderna lampada ad induzione.
Nella vecchia lampada ad incandescenza la luce veniva prodotta dal
riscaldamento di un filamento di tungsteno nel quale passava la corrente
elettrica. Durante il funzionamento il filamento, riscaldandosi, evaporava
assottigliandosi fino a rompersi dopo circa mille ore di funzionamento.
Nella lampada di Tesla, costituita da un bulbo vuoto, l’accensione avveniva
per mezzo di una bobina che generava un campo magnetico all’interno del bulbo e
non essendoci l’usura degli elettrodi la lampada aveva una vita molto lunga con
ricambi molto diluiti nel tempo e consumi molto bassi.
Queste caratteristiche, unite al fatto che le dimensioni della nuova
lampada erano abbastanza grandi e perciò poco collocabili in ambienti come
abitazione o negozi, fecero si che a quei tempi nessuno volle investire in
questo prodotto che non garantiva lauti guadagni. Conseguenza di ciò fu che
grandi città come New York ma anche note città italiane continuarono ad essere
illuminate con la tecnologia definita” disruptive”.
(Gli sviluppi dell'invenzione sino ad oggi).