venerdì 15 giugno 2018

FINAL POST


Preceduto da tutta una serie di brevetti che gettarono le basi per la sua nuova scoperta, (campo magnetico rotante per alimentare un motore elettrico, generatore di corrente alternata, trasformatore elettrico, bobina elettromagnetica, sistema di illuminazione ad arco, lampade luminescenti), 

il 23 giugno 1891 negli USA (contesto storico-sociale) , Tesla vedeva approvato il brevetto n. 454.622, che rappresentava una svolta e un miglioramento nel sistema di illuminazione preesistente.

Fino a quel momento, per illuminare, veniva usata la corrente continua caratterizzata da una polarità fissa e da un valore di corrente costante che poteva essere accumulata all’interno di batterie. 

L’invenzione di Tesla segnò una svolta in quanto riuscì a realizzare sistemi di illuminazione a corrente alternata in cui il polo positivo poteva diventare negativo e viceversa, con una alternanza e periodicità fisse.


Essa consentiva di abbassare e alzare il voltaggio della corrente alternata servendosi di un trasformatore, cioè ricorrendo a due bobine di filo elettrico accoppiate e funzionanti attraverso il principio del campo magnetico rotante.

Questo consentiva di trasmettere l’energia ad alto voltaggio e a bassa intensità di corrente, attraverso fili sottilissimi diminuendo la resistenza che era alla base della dispersione di energia sotto forma di calore.

Nikola Tesla working in his laboratory



Questo sistema, quindi, presentava il grande vantaggio di trasmettere l’energia a grandi distanze con la massima resa e a basso costo contrariamente al vecchio sistema a corrente continua che poteva coprire brevi distanze, presentava grande dispersione ed elevati costi per la distribuzione.



Strenuo sostenitore di questo sistema fu Thomas Alva Edison al quale, appena arrivato in America, Tesla presentò il valore della sua pionieristica scoperta che però non ottenne il consenso sperato.



Edison, infatti, aveva costruito la prima centrale elettrica pubblica al mondo a corrente continua nel centro di Manhattan ma , essendo in grado di illuminare solo i lampioni elettrici nel raggio di un centinaio di metri, doveva ricoprire la città con una fitta rete di generatori e perciò non aveva nessuna intenzione di promuovere l’invenzione di Tesla che invitò a desistere da quella follia.



Dopo aver modificato, perfezionato e reso più efficienti le dinamo di Edison, il mancato pagamento del premio promesso da parte di quest’ultimo, spinse Tesla a licenziarsi fondando con alcuni investitori la “Tesla Electric Light and Manifacturing Company” credendo di poter mettere a punto e introdurre sul mercato i sistemi a corrente alternata che aveva inventato; ancora una volta però fu deluso perché fu costretto a realizzare, seppur innovativi, sistemi di illuminazione per strade e fabbriche.



Nel frattempo depositò altri brevetti e sviluppò una lampada ad arco sino a quando non fu estromesso dalla sua stessa azienda. Fondamentale per lui fu l’incontro con l’industriale G. Westinghouse che, convinto della validità della corrente alternata, acquistò i brevetti di Tesla e cominciò a costruire centrali fuori dalla città utilizzando cavi di rame più sottili rispetto a quelli che venivano usati con i sistemi a corrente continua e a con costi per le linee elettriche inferiori a quelli di Edison. (Imprese assegnatarie dell'invenzione).


Ciò consentì a Westinghouse di poter vendere energia a basso costo e ad implementare il numero dei suoi clienti.


A partire da questo momento inizia quella che viene chiamata “Guerra delle correnti”: da una parte Westinghouse sostenitore della corrente alternata e dall’altra Edison sostenitore della corrente continua che si fece promotore di una violenta campagna diffamatoria contro lo stesso Westinghouse addirittura costruendo la sedia elettrica a dimostrare la pericolosità della corrente alternata.





Tutto questo, però, non impedì che Westinghouse costruisse 30 centrali elettriche rifornendo di corrente alternata 130 città americane, corrente che fu applicata anche a nuovi dispositivi di illuminazione tra cui quella che possiamo considerare la progenitrice della moderna lampada ad induzione.



Nella vecchia lampada ad incandescenza la luce veniva prodotta dal riscaldamento di un filamento di tungsteno nel quale passava la corrente elettrica. Durante il funzionamento il filamento, riscaldandosi, evaporava assottigliandosi fino a rompersi dopo circa mille ore di funzionamento.



Nella lampada di Tesla, costituita da un bulbo vuoto, l’accensione avveniva per mezzo di una bobina che generava un campo magnetico all’interno del bulbo e non essendoci l’usura degli elettrodi la lampada aveva una vita molto lunga con ricambi molto diluiti nel tempo e consumi molto bassi.



Queste caratteristiche, unite al  fatto che le dimensioni della nuova lampada erano abbastanza grandi e perciò poco collocabili in ambienti come abitazione o negozi, fecero si che a quei tempi nessuno volle investire in questo prodotto che non garantiva lauti guadagni. Conseguenza di ciò fu che grandi città come New York ma anche note città italiane continuarono ad essere illuminate con la tecnologia definita” disruptive”.


Oggi possiamo dire che la situazione è capovolta: le lampade ad induzione magnetica rappresentano l’illuminazione di un  futuro che punta al risparmio energetico, all’affidabilità, alla durata, al comfort visivo, caratteristiche ulteriormente migliorate con la tecnologia dei diodi ad emissione luminosa (LED) che presentano accensione immediata, resistenza alle vibrazioni, elevata efficienza.
(Gli sviluppi dell'invenzione sino ad oggi).






Nessun commento:

Posta un commento